Editoriale. Non confondiamo i ruoli: l’esercito presidia, le indagini spettano ad altri

Negli ultimi giorni si è parlato molto della proposta di impiegare l’esercito a Corigliano-Rossano. Alcuni si sono detti contrari, ma ritengo sia necessario fare chiarezza, senza giri di parole. L’esercito non fa indagini, non sostituisce la Polizia o i Carabinieri.

Editoriale. Chiediamo l’intervento dell’Esercito prima che ci scappi il morto

I militari presidiano il territorio, rafforzano la presenza dello Stato e affiancano chi è chiamato ogni giorno a garantire l’ordine pubblico. Non vanno a caccia di criminali, ma rendono visibile lo Stato, e questo può bastare, a volte, per scoraggiare chi si sente libero di agire con arroganza.

A Corigliano-Rossano, si spara con una spavalderia preoccupante. E se oggi non ci sono stati morti, è solo per un caso fortuito. Dobbiamo davvero aspettare la tragedia per reagire? Se ci fosse scappato il morto, forse oggi ci sarebbe maggiore consenso su questa proposta?

Le indagini ci sono, e chi indaga sa molto di ciò che sta accadendo. Ma senza prove concrete, non si può intervenire. Questo è il limite della legge, che va rispettato. Ma nel frattempo, cosa facciamo? Chiudiamo bar, locali e piazze perché vicino ci scappa una rissa o parte un colpo di pistola?

Io credo che l’intervento dell’esercito, provvisorio, limitato, ben coordinato, possa offrire una risposta temporanea, utile a ridurre la tensione e restituire fiducia ai cittadini, oggi spaventati.

La movida può continuare, ma con la presenza visibile dello Stato, che oggi più che mai è necessaria. Non parliamo di militarizzazione, ma di presidi mirati nelle zone più esposte. Solo così si può dare un messaggio chiaro: qui lo Stato c’è.

Matteo Lauria
Direttore I&C

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