La città di Corigliano Rossano, dispone di una filiale INPS provinciale con annessa agenzia di produzione (Trebisacce); grazie alla recente fusione amministrativa una compagnia CC è stata elevata a REPARTO OPERATIVO CC (coordina tutte le compagnie tra Rocca Imperiale e Cariati). A seguito dell’elevazione della città a capoluogo, il R.O. verrebbe trasformato in NUCLEO CC ( medesime funzioni del CPC); il commisariato di PS sarebbe presto elevato a distretto (medesime funzioni di una questura); dalle presenti compagnia GDF e la Tenenza GDF c/o il PORTO, gemmerebbe un GRUPPO GDF (pariteriche funzioni del comando Provinciale); l’Azienda Ospedaliera in funzione dell’incremento demografico della nuova provincia potrebbe essere allocata nella città ausobizantina, mentre l’Asp resterebbe nella città pitagorica. La Camera di Commercio esiste già come sezione staccata su Cantinella, non solo, grazie alla nuova provincia anche la Camera di Commercio di Crotone sarebbe esente da accorpamenti nel Capoluogo di Regione.
Corigliano Rossano dispone già di un’ AGENZIA DELLE ENTRATE (se Cosenza non deciderà d’accorparla a Castrovillari) così come la città di Crotone. La CONFERENZA DEI SINDACI (che fa le veci della ex giunta provinciale) resterebbe sulla città di Corigliano Rossano essendo il capoluogo demograficamente più grande della nuova provincia, mentre Crotone conserverebbe il CONSIGLIO PROVINCIALE.
Andrebbero istituite, nella Sibaritide, una sezione staccata della MTC, e del PROVVEDITORATO AGLI STUDI e naturalmente un Presidio di Giustizia che pareggerebbe i conti con la storia, restituendo lustro e dignità al foro Sibarita che insieme a quello Crotoniate formerebbero i due fori della nuova provincia.
La nuova conformazione geo-territoriale, porterebbe in dote la nascita di nuovi uffici periferici rispetto le due città.
È verosimile immaginanare che a nord di Crotone ed a nord di Corigliano Rossano sorgano due commisariati di PS, verrebbero creati i nuovi distretti dell’ASP in funzione della nuova geografia in un numero non inferiore a 5 e dislocati dall’alto al basso Jonio, passando per i territori silani.
“Magna Graecia “è un’operazione a saldo zero per lo Stato, ma che potrebbe rivelarsi come il migliore investimento per le popolazioni sibarite e crotoniate, poiché cumulativamente creerebbe i presupposti per il mantenimento di detti apparati, che contrariamente, causa le esigue unità demografiche delle territorialità singole, finirebbero per essere fagocitate da altre realtà, e dalle parti sibarite (ma anche da quelle pitagoriche) conosciamo perfettamente la sensazione dell’impotenza innazi alla scure dello Stato.
Inoltre la relativa distanza tra le due città identificate come capoluogo, permetterebbe una visione amministrativa improntata sulla sussidiarietà tra i due centri, senza correre il rischio che gli stessi finiscano per prestarsi i piedi vicendevolmente.
Domenico Mazza – Direttivo Comitato “Magna Graecia”