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Ex Tribunale Rossano, persi altri 18 posti di lavoro

tribunale rossano

ROSSANO Altri 18 posti di lavoro cancellati, come se nulla fosse. Lo Stato non solo non è in grado di creare occasioni di lavoro, ma si rende capace finanche di eliminare gli esistenti. Dalla soppressione dell’ex tribunale di Rossano il continuo declino di una città la cui classe dirigente non è capace di elevare un urlo di allarme per quanto è accaduto. Forse non se ne comprende l’importanza, o peggio, si temono poteri oscuri. Fatto sta che nelle ultime ore 30 anni di storia cooperativistica sono stati sciolti nel nulla, come i 150 anni di storia dell’ex presidio giudiziario. I lavoratori della cooperativa “C.V.N.” si sono recati presso lo studio legale Bruno al fine di avviare le operazioni di scioglimento. Si tratta di padri di famiglia, con figli a carico, senza un futuro. Per loro a marzo 2017 scadrà l’indennità di disoccupazione. E poi saranno tempi duri. La principale committenza era proprio l’attività di vigilanza e di sicurezza al presidio di giustizia di Viale Santo Stefano, venuta meno la cooperativa si è sciolta. E’ l’irresponsabilità di uno Stato che non comprende gli effetti che possono determinare alcuni provvedimenti. A perderci è una città, l’intero territorio. A causa della soppressione sono a rischio ora altre postazioni pubbliche, che oscillano tra il declassamento e la chiusura. Tra queste: Inps, Agenzia delle entrate, Inail, Guardia di Finanza, Commissariato di pubblica sicurezza. Sparita l’ex circoscrizione di Rossano si smobilita il territorio, a vantaggio di altri da cui non giunge neppure un minimo di solidarietà. Nel frattempo, pare il ministro della giustizia Orlando pare abbia risposto alle interrogazioni parlamentari del Sen. Enrico Buemi e che tra le righe s’intravede qualche minima speranza. La solita “porta aperta” che in tempi di referendum può fare incassare qualche “si”. L’aspetto più inquietante per alcuni versi è e rimane la mancata risposta da parte della magistratura circa le trame oscure che sottendono la chiusura del tribunale di Rossano. Fatti che hanno origine nel periodo intercorrente tra il 2011/12, manca poco quindi alla prescrizione. Nessuno mai pertanto sarà perseguito per quanto accaduto. Eppure le denunce, anche pubbliche non sono mancate: dalle carte false, al gioco delle tre carte ( la chiusura del tribunale di Rossano sarebbe stata decisa in una notte), dall’alterazione di determinate relazioni alle ingerenze politiche di soggetti con ruoli di Stato all’interno del ministero. Non a caso il sindaco di Lamezia Gianni Speranza dichiarava pubblicamente che a salvare quel presidio giudiziario vi sarebbe stato l’intervento dell’on. Catricalà. Stiamo parlando di presidi giudiziari ben collegati con i capoluogo di provincia: Lamezia a Catanzaro. Così come Paola e Castrovillari sono meglio collegati a Cosenza. Che poi era lo spirito della prima proposta di riforma che vedeva i cosiddetti tribunalini accorpati alle sedi capoluogo. E invece è stato soppresso il tribunale più penalizzato anche geograficamente: Rossano, accorpato non al capoluogo, ma a una sede più piccola e difficoltosa da raggiungere a causa di un sistema viario inadeguato e con una mobilità pubblica inesistente, ossia, Castrovillari.
A fronte di tutto ciò il Capo dello Stato non intende ricevere i componenti del Gruppo d’Azione per la Verità, e il Consiglio superiore della magistratura non si pronunzia sui due dossier depositati. 

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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