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Giornata Internazionale della Lingua Madre, Unesco organizza convegno a Trebisacce con approfondimento su Minoranze Linguistiche

Trebisacce. In occasione della Giornata Internazionale della Lingua Madre promossa in tutto il mondo dall’UNESCO, il Club per l’Unesco di Trebisacce ha organizzato un importante Convegno di studio e di approfondimento sul rapporto tra la Lingua Madre e le Minoranze Linguistiche, con particolare riferimento alla Lingua Albanese assai diffusa nel Sud-Italia e in particolare nelle province di Cosenza e di Crotone. Si è trattato di un momento culturale molto partecipato e approfondito grazie all’attualità del tema, grazie al prestigio dei relatori e grazie all’attenzione dell’uditorio verso una tematica di grande attualità e interesse. Ha aperto e concluso i lavori coordinati dalla prof.ssa Mirella Franco il Dr. Franco Maurella Giornalista e Presidente del Club per l’Unesco di Trebisacce il quale, dopo aver ringraziato tutti i presenti per la massiccia partecipazione e ricordato tutte le iniziative culturali che il Club per l’Unesco promuove sul territorio, richiamando il pensiero di personaggi illustri come Nelson Mandela ed Elina Bokova già Direttrice Generale dell’Unesco, prima di dare la parola agli illustri relatori, ha sottolineato il valore ideale e sentimentale della lingua madre “che – come ha ricordato il presidente Franco Maurella – rappresenta una sorta di seconda pelle che ci avvolge dall’infanzia e che col passare degli anni diventa parte vitale della storia di ciascuno di noi e della comunità in cui viviamo perché, attraverso il codice materno, impariamo a esplorare il mondo, dare parole alle esperienze, nominare e riconoscere le emozioni, rincorrere e raccontare i sogni”. “La lingua madre – gli ha fatto eco la prof.ssa Fatima Ruggio presente all’evento in qualità di Delegata alla Cultura – è come il latte materno, è parte vitale della nostra storia, non è un guanto, nè uno strumento usa e getta perché intreccia e innerva la nostra vita psicologica, i nostri ricordi, i nostri schemi mentali e finanche i legami affettivi”. Quindi, in video-collegamento da Firenze, il Prof. Leonardo M. Savoia Docente universitario e socio della prestigiosa Accademia della Crusca ha focalizzato l’aspetto storico-linguistico della lingua madre parlando dei dialetti dell’area arcaica calabro-lucana riconosciuta come “area Lausberg” dal nome del linguista tedesco Heinrich Lausberg che l’ha analizzata per primo e che comprende le parlate utilizzate nell’area Lausberg posta geograficamente a cavallo tra la Basilicata (già Lucania) meridionale a partire da Maratea e la Calabria settentrionale a partire da Tortora, Scalea, Verbicaro fino a Morano, Castrovillari, Trebisacce, Albidona fino a Senise, sempre in Basilicata. A seguire è intervenuta la prof.ssa Unical DICES Rosella Pugliese che ha parlato delle affinità tra lingua madre Tedesca e Italiana accennando all’influenza esercitata dalla lingua tedesca sull’italiano nella fase arcaica in cui ci sono state le invasioni barbariche. A questo punto, entrando i lavori nell’ambito delle lingue minoritarie tra cui l’arbëreshe, i lavori hanno registrato la presentazione del testo didattico “Arbërisht? Pse jo? Gjuha Jonë” a cura di Nunziatina Bua, Francesca Prezzo e Daniela Zanfini di San Giorgio Albanese autrici di un libro di 130 pagine, un vero e proprio abecedario da utilizzare nella Scuola dell’Obbligo per apprendere l’alfabeto e far di conto, per tradurre dall’italiano le parti del corpo, le stagioni, i giorni della settimana ed i mesi dell’anno, per leggere e comprendere le favole della tradizione, o seguire passo passo i procedimenti di una ricetta tipica e quindi da utilizzare per lo studio e l’apprendimento dell’antica lingua arbëreshe parlata dalle comunità albanofone in Italia che oggi, sotto la spinta di un falso modernismo, purtroppo va piano piano scomparendo. Un prezioso sussidio didattico, insomma, vincitore tra l’altro del “Premio Galarte 2023” perché considerato un prezioso contributo didattico in grado di salvaguardare nelle nuove generazioni la memoria storia, le tradizioni, la lingua e la cultura arbëreshe che da secoli si tramanda solo per via orale. Ha concluso i lavori il prof. Francesco Altimari DICES, Docente di Lingua e Cultura albanese, Direttore del Laboratorio di Alabanologia e Presidente della Fondazione Universitaria Francesco Solano istituita nel 2009 dall’Università della Calabria per promuovere la lingua e la cultura albanese in Italia, favorire gli interscambi culturali tra le comunità albanesi storiche di area italiana e quelle di area balcanica (Albania, Kossovo, Macedonia, Grecia e Montenegro) e assicurare un supporto alle attività di cooperazione scientifica e didattica dell’UNICAL nei Balcani il quale, dopo aver stigmatizzato i gravi ritardi delle istituzioni sovra-comunali nell’applicazione della Legge 482 sulle Minoranze Linguistiche, ha parlato con passione e con grande competenza del ruolo delle lingue minoritarie nell’Europa dei popoli, oggi sotto attacco da parte dei magnati dell’informazione e della comunicazione e si è soffermato in particolare dell’importanza storica e della mancata o approssimativa tutela della lingua arbëreshe che il prof. Altimari ha definito autentica depositaria della storia e della memoria di un popolo e capace di compiere nel corso dei secoli il miracolo antropologico di dare visibilità e dignità al popolo arbëreshe. 

Pino La Rocca

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