Ho sognato la Piana dei Venti, racconto di Martino A. Rizzo

Questa notte ho sognato la Piana dei Venti, insomma anch’io nel mio piccolo posso dire: «I have a little dream». È importante però sottolineare l’aggettivo «little», piccolo, perché i grandi sogni possono nascere solo nella mente di un gigante come Martin Luther King o in quella di altri personaggi dello stesso livello che hanno lasciato tracce profonde nella nostra cultura.

Anche le persone comuni però hanno dei sogni, semplici, piccoli ma che comunque aprono il cuore alla speranza. Ecco cosa c’era nel mio sogno: c’era una Piana dei Venti, ordinata, pulita, con i bambini che giocavano felici in un parco giochi ben tenuto, il bar di “Mastro Pasquale e Stellina” aperto e accogliente e con la pizzeria in funzione, tante persone che, per sfuggire alla calura estiva, erano arrivate in montagna per mangiare al fresco, ragazzi che ascoltavano la musica, tanti escursionisti con lo zaino in spalla pronti ad addentrarsi nei molti sentieri che da lì si diramano, insomma un mondo tranquillo e sereno.

Poi tutto a un tratto mi sono svegliato di soprassalto rendendomi conto che il sogno altro non era che la sommatoria di tanti felici ricordi dei tempi che furono, messi uno dietro l’altro come dei fotogrammi che compongono la pellicola di un film e che riprendono i momenti, le ore, le giornate vissute alla Piana dei Venti, quando da adolescenti scorrazzavamo con i primi motorini e il baretto fungeva da punto di ritrovo, quando le persone passeggiavano discorrendo lungo quel tratto di strada pianeggiante, quando gli anziani ai tavolini del bar si facevano la loro beata partita a tressette, insomma un altro mondo.

Sì, la montagna non va più di moda, i giovani vogliono il mare, le case di villeggiatura sono chiuse, ecc., ecc., ma …

In un mondo in cui le strategie commerciali convincono tanti ad acquistare fuoristrada e pickup come se ogni giorno dovessero attraversare la Route 66 degli Stati Uniti, in un mondo in cui i grandi marchi decidono cosa si deve indossare e con che colori, in un mondo in cui le magliette alla moda devono essere per forza corte in modo da poter far vedere l’ombelico, dove la pubblicità dice cosa mangiare, dove se non hai almeno un tatuaggio sei un residuato bellico, possibile che non si riesca a lavorare per far comprendere ai coriglianesi-rossanesi che oltre al mare, alle spalle dei lidi, c’è un altro tesoro che è la Sila Greca che dista all’incirca solo dieci chilometri dalla nostra bellissima costa e si raggiunge con una ventina di minuti di auto? Quanto impiega un romano per andare a Ostia? Di più o di meno che “salire in montagna”?

Il Patire, Sant’Onofrio, Piano Caruso, Piana dei Venti, Piano Russo, le Conserve, la Finaita, il Rinacchio, l’Oasi naturalistica dei Giganti di Cozzo del Pesco, sono dei tesori della nostra Comunità e non possono essere abbandonati a un destino di incuria e degrado. E non devono ritornare a nuova vita solo nei sogni!

Martino A. Rizzo 

I racconti di Martino A. Rizzo ~ ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo è un grande curioso di storie e avvenimenti rossanesi, coriglianesi e più in generale calabresi e gli articoli che prepara per Informazione & Comunicazione non sono altro che il risultato delle ricerche utili a soddisfare queste sue curiosità. Frutto di tale attività è stata anche la realizzazione del sito AnticaBibliotecaCoriglianoRossano che ormai si è meritato un posto di rilevo tra i siti contenenti libri, articoli e fotografie sulla Calabria, tutti liberamente scaricabili.

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