L’intervento. Rivoluzione e responsabilità: il futuro della politica a Corigliano-Rossano

Tra pochi mesi si voterà per l’elezione del Sindaco e del nuovo Consiglio Comunale nel comune di Corigliano/Rossano, grazie a una legge che da più di 30 anni ha rivoluzionato – in meglio – il rapporto tra elettori ed eletto, prevedendo l’investitura diretta del sindaco, prima in balìa di partiti e di umori di singoli politici. Questa normativa ha come maggiore beneficio di offrire ai sindaci l’opportunità di emanciparsi dalla tutela partitica, e i partiti o le liste devono fare un passo se non indietro, almeno di lato, poiché è fondamentale il nome proposto alla massima carica. Ossia è il candidato che mette il suo background e tutto quello che crede opportuno, in contrapposizione agli avversari; dopodiché è la gente che sceglie liberamente chi gli aggrada. Ma considerare soltanto questo è riduttivo, perché non si amministra da soli, e il rendimento delle istituzioni è dovuto dalla qualità dei pretendenti e anche della sua squadra, soprattutto gli assessori; e dell’idea di staff e del gruppo di lavoro di cui è portatore il candidato sindaco. Tenendo bene in mente l’assioma che le scelte più importanti e fondamentali per il motore della macchina comunale sono quelle che riguardano la burocrazia. I rapporti con essa devono essere non chiari ma chiarissimi. Questa non è eletta da nessuno, ma chiunque vinca le elezioni resta al suo posto, tranne rare eccezioni. Così entra in gioco la qualità del sindaco, l’autorevolezza, la competenza, la preparazione, il coraggio di scelte a volte impopolari, che sono il nodo cruciale del buon amministrare, soprattutto in un contesto storico in cui bisognerà costruire definitivamente l’architettura della nuova Città. Cosicché, quando la campagna elettorale avrà lasciato il posto alla vera programmazione sul campo e facendo i conti con i limiti di bilancio e quindi all’effettuazione delle scelte fondamentali sullo sviluppo del territorio amministrato, è proprio a chi non ha nessuna legittimazione popolare che devono essere indirizzate le capacità di guidare bene la macchina, da chi invece è stato eletto ed è soggetto alla fondamentale regola democratica che è quella della responsabilità politica: ossia il giudizio degli elettori che preventivamente viene dato sulla fiducia, ed in seguito si conferma o si toglie valutando a posteriori quello che si è realmente realizzato.

Ergo: in primis, bisogna prendere netta posizione sullo strumento dell’eventuale rotazione dei dirigenti e dell’altro personale poi, ovvero se si ha intenzione di effettuarla o se va bene lo status quo ante. Ciò non soltanto perché è imposto dalla legge anticorruzione, ma perché se si vuole dare una visione diversa è importante cosa si vuole fare con le possibili misure organizzative finalizzate a limitare il consolidarsi di relazioni che possano alimentare dinamiche, conseguenziali alla permanenza nel tempo di determinati dipendenti nel medesimo ruolo o funzione. Oltre a ciò, occorre valutare i carichi di lavoro pregressi dei dipendenti e programmare una formazione del personale con aggiornamento costante. La rotazione porta benefici, al dipendente al quale si offre l’opportunità di accumulare esperienze in ambiti diversi, perfezionando le proprie capacità e occasioni di progresso nella carriera. E’ su tale questione che si gioca il futuro della comunità amministrata, perché occorre che la politica e la burocrazia camminino insieme attraverso il sistema politico-istituzionale, con il quale esse devono amalgamarsi se si vuole ottenere un rendimento elevato e il raggiungimento di obiettivi. In questa delicatissima fase diventano fondamentali anche i compagni di viaggio da nominare, le loro qualità riconosciute e la loro autorevolezza. Perciò i cittadini/elettori hanno diritto di sapere prima delle elezioni l’idea che i pretendenti alla carica di primo cittadino hanno – anche – sul futuro organigramma che avrà il compito di guidare il Comune nato dalla fusione. Questo deve essereè il nuovo modo di fare la politica, cosicchè sarebbe palese la rottura con logiche del passato. Cioè si deve conoscere se si vota l’uno o l’altro candidato a sindaco i criteri e il perché della scelte soggettive; questo è il confronto prodromico per evitare vecchi criteri e decisioni al chiuso di quattro mura, che – forse – potrebbero allontanare la gente dalla politica partitica.

eAvv. Luigi Fraia

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