Il Consiglio di Stato, richiamando la memoria depositata dal Comune di Trebisacce in data 29/01/2021, nella quale veniva denunciata la persistenza di una situazione di radicale carenza dei servizi di emergenza sanitaria e il protrarsi di una sostanziale e gravissima non attuazione di un giudicato risalente a sei anni orsono che espone la popolazione del territorio ad un rilevante vulnus dei suoi diritti costituzionalmente protetti (Diritto alla salute e alla Dignità personale), ha dichiarato
“Un fatto di assoluta gravità che l’effetto conformativo della pronuncia sia rimasto ad oggi privo di consistenza”, constatando il ritardo con cui il Commissario ad Acta, da ultimo incaricato, ha fornito risposta al mandato affidatogli con pronuncia n.87 del 7 gennaio 2020, dato che la direttiva impartita era di procedere “nell’immediato” e di “riattivare l’Ospedale di Trebisacce secondo uno standard minino di efficienza” che garantisse “almeno un accettabile livello dei LEA nel territorio di interesse”.
In merito alla richiesta di delucidazioni relative alle modalità di reperimento delle risorse finanziarie formulate dal Commissario ad Acta, il Consiglio di Stato ha sottolineato che il “Commissario è investito di tutti i poteri necessari ad assicurare il reperimento delle somme necessarie, anche mediate variazioni nei capitoli del bilancio, ove ritenute coerenti con l’espletamento dell’incarico, nonché provvedere alla adozione di tutti i provvedimenti conseguenti, anche in deroga alle norme che disciplinano la competenza della loro emanazione”.
Il Consiglio di stato ha inoltre sancito che il Commissario deve provvedere ”Sia all’allocazione della somma in bilancio, ove manchi un apposito stanziamento, sia all’espletamento delle fasi di impegno, liquidazione, ordinazione e pagamento della spesa, sia al reperimento materiale della somma con la precisazione che l’esaurimento dei fondi di bilancio o la mancanza di disponibilità di cassa non costituiscono legittima causa di impedimento all’esecuzione del giudicato, dovendo il Commissario porre in essere tutte le iniziative necessarie per rendere possibile l’esecuzione della sentenza. Pertanto – si legge nell’ordinanza collegiale – in caso si insufficienza della provvista sul pertinente capitolo di bilancio, il Commissario ad acta può prelevare le somme da qualsiasi altro capitolo di spesa regionale o statale, scelta a sua discrezione.”
“Immotivate inerzie – sottolinea il Consiglio di Stato – nell’esecuzione degli ordini giudiziali possono rilevare a fini di eventuali responsabilità”.
Il Consiglio di stato ha ribadito quindi il “Pieno mandato di scopo alla realizzazione, la più sollecita ed efficace possibile, delle opere mancanti e all’acquisizione, altrettanto urgente, delle risorse umane e materiali a ciò necessarie, con ovvia priorità per quelle destinate a fronteggiare gli interventi sanitari di primo soccorso ed emergenza. Sarà cura del Commissario ad acta scegliere, tra le modalità possibili, quelle tecnicamente più praticabili e più consentanee all’obiettivo di concretezza che a questo punto si impone con assoluta e drastica urgenza”.
Disattendendo quindi ogni ipotesi di differimento del termine di espletamento del mandato, e ravvisando la necessità che le attività esecutive vengano avviate con repentinità e solerzia adeguate al “grave ritardo sin qui accumulato”, il Consiglio di stato ha disposto che il Commissario ad Acta assuma le proprie determinazioni in ordine al reperimento delle risorse finanziare necessarie e ne fornisca riscontro entro 30 giorni.
“Continua senza sosta la nostra battaglia – ha dichiarato il sindaco di Trebisacce Avv. Franco Mundo – con l’ennesima pronuncia del Consiglio di Stato che ribadisce come non solo l’Ospedale di Trebisacce debba tornare alla piena operatività, ma come tutto ciò non sia più procrastinabile e debba avvenire con la massima urgenza, tenendo conto che l’inerzia che finora ha caratterizzato gli organi statali e regionali che dovevano agire e non l’hanno fatto, ha creato e continua a creare danni gravi a tutto il territorio e ai cittadini che si vedono lesi i propri diritti fondamentali.
Registriamo questo ulteriore successo nel percorso che stiamo portando avanti senza sosta, certi che anche alla luce di quanto sancito dal Consiglio di Stato in questa nuova pronuncia il Commissario Urbani metterà in campo tutte le iniziative necessarie per far si che questo lungo incubo giunga finalmente alla fine e che il territorio dell’Alto Ionio cosentino e della Sibaritide, possano tornare ad avere il proprio punto di riferimento sanitario. Da parte nostra, non ci arrenderemo mai e continueremo a portare avanti tutte le interlocuzioni e le iniziative necessarie al raggiungimento del nostro scopo: restituire il diritto alla salute al nostro territorio è il nostro obiettivo!” (Comunicato stampa).