Trebisacce. Colpito da un infarto acuto del miocardio mentre si trovava presso gli uffici dell’Asp, prontamente soccorso e sottoposto alle metodiche previste dal protocollo sanitario in questi casi dai sanitari del Pronto Soccorso e del 118, viene rianimato, defibrillato e intubato e, nonostante brevi soste forzate durante il viaggio dovute ad alcuni episodi di arresto cardiaco fronteggiati dai Sanitari anche grazie alle attrezzature elettro-medicali presenti sull’ambulanza, viene consegnato ancora cosciente nelle mani dei sanitari della Rianimazione presso l’Annunziata di Cosenza.
E’ successo, nel tardo pomeriggio di martedì 6 dicembre all’interno dell’area del presidio sanitario di Trebisacce ad un cittadino extra-comunitario di 64 anni residente a Trebisacce che – è il caso di dire – è stato letteralmente preso per i capelli e salvato da morte sicura grazie alla perizia e alla professionalità dei Sanitari ma anche grazie a circostanze favorevoli e fortunose quali: la tempestività dei soccorsi dovuti al fatto che il paziente si trovava a pochi passi dal Pronto Soccorso e, visto che buona parte degli interventi di emergenza della PET di Trebisacce vengono eseguiti in assenza del medico (i Medici sono solo due!) alla fortunosa presenza del Medico del 118 che è stato allertato ed ha dato manforte ai Sanitari del Pronto Soccorso e poi, utilizzando l’Ambulanza in quanto l’Elisoccorso era impossibilitato ad intervenire perché era già buio, lo ha accompagnato a Cosenza con l’Ambulanza. Fondamentale perciò l’appropriatezza delle pratiche rianimatorie eseguite dai sanitari ma, visto che il decesso del paziente con infarto acuto del miocardio è tanto più frequente quanto più è tardivo l’accesso ad un ospedale nel quale possa essere trattato adeguatamente, anche la tempestività dei soccorsi che venga garantita da un servizio di emergenza-urgenza che non abbia lacune così vistose. Ecco perché, continuando a sognare utopiche riaperture che al di là della latitanza della volontà politica devono fare i conti con l’acclarata carenza di medici negli ospedali di tutta Italia, è urgente, anzi, ineludibile, soprattutto nelle aree periferiche come la nostra, potenziare e rendere più tempestiva ed efficace l’attività di emergenza-urgenza che si garantisce in particolare attraverso strutture di Pronto Soccorso presidiate adeguatamente da personale specializzato e attraverso la PET del 118 che sia medicalizzata con continuità e non a singhiozzo. Nel frattempo, se veramente le nuove autorità sanitarie regionali ci tengono a dare un segnale di cambiamento anche nella sanità dell’Alto Jonio, visto che ci sono le stanze, che ci sono i letti elettrici acquistati di recente, che c’è già l’attrezzatura elettro-medicale e c’è anche il Primario che oltre alla Lungodegenza la può dirigere, oltre al potenziamento dell’emergenza-urgenza, con l’aggiunta di un altro paio di Medici, si può aprire il servizio di Medicina Generale per cominciare a riempire di contenuti uno scatolone vuote com’è il “Chidichimo” ormai da oltre 12 anni a questa parte.
Pino La Rocca