di MATTEO LAURIA
Ieri, i candidati a sindaco sono stati invitati presso la delegazione comunale dello Scalo al fine di sondare il terreno e ratificare quanto è stato dato a più riprese circa la volontà di ritirare le candidature.
Sugli esiti, poiché mentre si sta tenendo l’incontro, il giornale è in stampa, ci torneremo nel prossimo numero.
È comunque in atto un sottile doppiogiochismo: un po’ tutti i candidati sono consapevoli della necessità di bypassare l’urna per una serie di ragioni, ma non sono disponibili a fare un passo indietro.
Così facendo, il risultato sarà pessimo, anche dal punto di vista della tenuta democratica.
La città, infatti, avrà un sindaco espressione di una risicata maggioranza, frutto non solo dell’eccessiva parcellizzazione ma anche dell’accentuato astensionismo.
Lo scenario che si prospetta è il seguente: un sindaco espressione di una piccola minoranza di rossanesi e una maggioranza in consiglio comunale di segno opposto. Non tenere in considerazione tale previsione è da irresponsabili.
Prevalgono le strategie e gli accordi sottobanco. Tutto questo in un contesto umano poco favorevole. Si fa fatica a riempire finanche le liste. Nessuno lo ammette, ma è così. Il malcontento ha raggiunto punte massime. La rassegnazione è diffusa. Alla diffidenza e alla sfiducia degli elettori, si aggiunge la crisi.
Il contesto è questo, occorre solo prenderne atto e adottare adeguate contromisure. Questo suggerisce una politica attenta e, soprattutto, saggia. Il resto è solo autoesaltazione dell’io, protagonismo e, forse, un pizzico di megalomania. Occorre rivoluzionare l’idea di “sociale”: prevalente deve essere l’interesse generale.
In questo momento, non c’è posto per personalismi, spartizioni da Manuale Cencelli, o forme di carrierismo. Quando la nave affonda, tutti i componenti devono giungere in soccorso, altrimenti nessuno si salverà.
Nel frattempo, le trattative vanno avanti a rilento. Tutto si concentra sul ruolo del movimento riconducibile ai fratelli Natale e Antonello Graziano, un po’ ballerino in questa fase. Il leader del movimento Orlandino Greco segue attentamente le vicissitudini. Per lui, il movimento deve avere un proprio candidato a sindaco e gettarsi nella mischia con Antonello Graziano.
Ma la politica si nutre di continue evoluzioni ed ecco che spuntano forme di dialogo che potrebbero approdare in alleanze. Antonello Graziano è uno che tratta, media, si confronta, e mira alle più agevoli soluzioni. Con lui, l’ex capogruppo Leonardo Trento che sembra perorare la causa “Caracciolo”. È uno dei tentativi attualmente al vaglio che, però, potrebbe non approdare a nulla.
L’unico punto che unisce le due aree è una forte avversione nei confronti di una parte del Pd. Per il resto, poca affinità.
I Graziano guardano oltre, e non è azzardato pensare a una ipotesi di accordo con il referente nazionale di Fdi-An Ernesto Rapani. A proposito di destra, qualcuno ha avviato nei mesi scorsi un giro di consultazioni tra le componenti attualmente frammentate, al fine di approdare a un bonario ricomponimento. Un giro di consultazioni che non è approdato a nulla.
L’idea era quella di unire le forze di un tempo (Giuseppe Caputo, Ernesto Rapani, Giuseppe Antoniotti) con l’avallo del Consigliere regionale Giuseppe Graziano. Il progetto non è andato a buon fine, ma il tentativo c’è stato. E pare che le maggiori resistenze siano insorte dall’ex sindaco Giuseppe Antoniotti.
Sul piatto, una serie di riflessioni. Tra queste, la consapevolezza che con una destra divisa si è destinati a perdere. Ed è proprio per queste ragioni che tutto il panorama politico (centrodestra e centrosinistra) avrebbe bisogno di una pausa di riflessione.
Non a caso, si rivela propizia l’idea di sposare la proposta del boicottaggio dell’urna. Si arriverebbe in autunno con una classe politica più preparata e meno dedita all’approssimazione.
Così come si presenta l’attuale scenario, tra l’altro, non è da escludere che si debba respirare un clima di veleni senza precedenti.