Rossano. Rifondazione Comunista contro la fusione

Dopo essere stati attenti spettatori del dibattito e aver discusso ampiamente in queste settimane nel merito della questione, sentiamo oggi l’esigenza di rendere manifesta la nostra contrarietà a questa ipotesi di fusione. Non siamo guidati da alcuna forma di campanilismo, non ci appartiene. Il nostro No è una scelta dettata da un lungo e rigoroso ragionamento. Ragionamento che parte da lontano, da quando negli anni passati diversi comuni della Sibaritide iniziarono a parlare di unione, ma questo cammino fu affossato da una classe dirigente incapace di interloquire con il vicino di casa.

E qui uno dei nodi, la classe dirigente. La stessa che oggi dovrebbe traghettare le nostre comunità in questo processo ma che non è riuscita ad andare al di là dell’atto d’impulso con il quale i due consigli comunali hanno dato il via all’iter. Adesso la palla passa ai cittadini, chiamati a esprimersi sulla nascita del comune unico, che diventerebbe il terzo della Calabria per popolazione. Peccato che, durante questo “passaggio di mano”, nulla sia stato fatto dalle due amministrazioni per rendere la cittadinanza veramente partecipe del processo e consapevole delle sue implicazioni.

Ad oggi, infatti, non esiste alcuno studio di fattibilità, non si sa se aumenteranno le imposte comunali (l’Imu per esempio, dato che a Corigliano le rendite catastali sono più alte), non si sa se verrà costruita una cittadella con gli uffici (una parte della politica e alcuni comitati sostengono che verrà edificata un’area in contrada Insiti) e di conseguenza come si intende gestire l’allontanamento dei servizi dai centri storici e la depressione economica che tale processo porterà in quelle zone, oltre al destino delle periferie più estreme come Toscano o Cantinella.

C’è chi sostiene, più a mo’ di slogan che con argomentazioni concrete, che un Comune più grande restituirà automaticamente quei servizi scippati al territorio e ne porterà di nuovi: tribunale, ospedale, aeroporto… Ci  sarebbe piaciuto che qualcuno fosse entrato nel merito e avesse spiegato come si intende fare tutto questo. Ci preoccupa la mancanza di progettualità, in queste condizioni è facile temere che i fondi statali destinati al neonato Comune unico, anziché migliorare i servizi ai cittadini, vadano a rimpinguare le casse dei soliti noti faccendieri nostrani, mai sazi di nuove colate di cemento con cui deturpare il territorio.

Ci preme sottolineare che non siamo pregiudizialmente contrari alla fusione, ma crediamo che il tema sia troppo serio per essere liquidato con parole campate in aria. Siamo convinti dell’imprescindibile necessità di un progetto e un’idea di città precisi per far sì che sia occasione di crescita reale per un’area da troppo tempo martoriata. Non ci fidiamo di una classe dirigente cambiata nella forma ma non nella sostanza, che ieri ha nel migliore dei casi assistito inerme alla spoliazione di questo territorio e oggi vuole farsi promotrice del “cambiamento” senza avere le idee chiare sulla direzione da prendere per il bene di tutti. Per questi motivi, più che un’occasione di crescita reale, una fusione in questo momento ci sembra un enorme salto nel vuoto. Lo stesso vuoto che da decenni governa questo territorio e che ci spaventa oggi  più di ieri.

(fonte:comunicato stampa –
Partito della Rifondazione Comunista Rossano-Circolo Milei- Veneziano)

 

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