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Scala Coeli. Un’opera di Pasquale Santoro nel Museo di Santa Severina

Tra le “suggestioni bizantine e normanne” di uno dei borghi più belli d’Italia, anche le opere del maestro Pasquale Santoro trovano la giusta collocazione!
Siamo a Santa Severina, nella provincia fondata dagli Achei, dove il dinamismo culturale è la forza motrice che caratterizza i suoi abitanti e Bruno Cortese ne è il suo perfetto anfitrione!
E’ proprio su invito di quest’ultimo che Pasquale Santoro ha “trasferito”, momentaneamente, alcune sue sculture lignee nella “Casa dell’Arte” e nel Museo Contemporaneo di Santa Severina. In una sorta di “link” storico-ecclesiastico, Scala Coeli ristabilisce il cordone ombelicale con il quale, per decenni, è rimasta legata all’antica Siberene!

L’opera esposta

Genio musicale, Einstein del pentagramma, Pasquale Santoro prende sottobraccio scultura e disegno per presentarli al mondo. Nato a Scala Coeli (paese nel quale risiede) Santoro esegue i suoi primi solfeggi nella locale Banda Musicale “G. Verdi” nella quale diventerà negli anni il Maestro, dopo aver conseguito il Diploma presso il Conservatorio di Musica “S. Giacomantonio” in Cosenza.
Eclettico, sui generis, s’innamora dell’arte tout court ed eccolo oggi realizzare sculture e disegni. Diventa anche fine liutaio, tant’è che realizza antichi strumenti: lira calabrese, la “ciaramella”, ecc. Molto interessante è la tecnica che il Maestro Pasquale Santoro usa per i suoi “quadri”: la pirografia. Dal greco antico “scrittura col fuoco”, è una tecnica d’incisione per mezzo di una fonte di calore, su legno, cuoio, sughero o altra superficie. In poche parole un moderno artista d’altri tempi!

Pasquale Santoro e Bruno Cortese

Oggi la sua arte sembra essersi concentrata sulle sculture che Santoro ricava dalle radici e dai tronchi spezzati di ulivo, quercia, ecc. Volti e scene che si “affacciano” dai legni e che grazie alle sagge scalpellature di Pasquale Santoro, ritornano a vivere di nuova vita trovando sicuro rifugio, prima nel “catoio” del maestro, trasformatosi in un vero e proprio “atelier d’art” ed oggi, insieme ad opere provenienti da ogni parte d’Italia, tra le austere mura dei palazzi di Santa Severina.
Antonio Loiacono

 

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