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Sibari-Crotone: La farsa dei ritardi e l’arretratezza infinita

La conclusione dei lavori della tratta ferroviaria Sibari-Crotone pare sia stata posticipata a giugno 2025. La notizia ha suscitato un coro di proteste, e non senza motivo: il ritardo rappresenta l’ennesimo rallentamento per un’opera fondamentale per l’intera area. Tuttavia, un lato positivo c’è: il fatto che si parli di questa infrastruttura significa che, finalmente, la tratta Sibari-Crotone è entrata nel dibattito pubblico e nelle agende della classe dirigente. Purtroppo, lo è su questioni che definire di basso profilo è un eufemismo, considerando che si parla di elettrificazione e non di alta velocità, un tipo di arretratezza infrastrutturale che in tutto il territorio nazionale e in molte altre nazioni hanno superato da tempo. Come prevedibile, la vicenda ha innescato polemiche politiche. Nulla di sorprendente: il dibattito è parte del gioco democratico. Ciò che invece risulta inaccettabile è il fatto che l’area Sibari-Crotone sembri interessare solo a fasi alterne, quasi fosse un territorio marginale da ricordare solo quando non si può fare altrimenti. Viene da chiedersi: ma ci si crede davvero nello sviluppo di quest’area? La risposta è ambigua e contraddittoria.

La Sibaritide, con la sua storia e il suo potenziale, ha più punti di contatto con il Crotonese che con altre aree vallive o tirreniche. Questo dovrebbe spingere verso una riflessione seria sull’opportunità di un’autonomia politico-istituzionale per queste zone. L’idea di una nuova provincia con doppio capoluogo, Corigliano-Rossano e Crotone, potrebbe rappresentare una svolta. Ma qui emerge il vero problema: la classe dirigente di Crotone è intrappolata dal centralismo catanzarese, mentre quella della costa jonica calabrese è ostaggio del centralismo cosentino. Questo dualismo paralizza ogni tentativo di pianificazione strategica e visione d’insieme.

Si preferisce concentrare il dibattito su temi di scarsa rilevanza, lasciando da parte questioni che potrebbero cambiare il destino del territorio. Si discute di lenticchie, per così dire, anziché affrontare le grandi sfide. E così, tra ritardi, polemiche e occasioni mancate, l’area Sibari-Crotone continua a vivere nell’attesa di un futuro che non arriva mai. È arrivato il momento di cambiare approccio: credere realmente nello sviluppo di questo territorio significa avviare una battaglia vera per ottenere infrastrutture moderne, autonomia e una classe dirigente capace di guardare oltre i confini provinciali. Fino ad allora, ogni discussione resterà sospesa tra le promesse e le polemiche, senza mai tradursi in azioni concrete.

Matteo Lauria – Direttore I&C

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