L’estate finisce e si fanno i primi conteggi della stagione appena trascorsa. Nei primi giorni di settembre, il caldo continua a insistere sulle nostre rive mentre le spiagge iniziano a sfollarsi. Succede lo stesso a Marina di Sibari, dove la particolare annata ha registrato numeri di presenze importanti. E tanti sono stati quelli che hanno usufruito della rispettiva fascia costiera sabbiosa che dai Laghi di Sibari si estende fino alla foce del fiume Crati, laddove insiste un habitat naturale fuori dal comune, dato dall’incontro dell’acqua dolce con l’acqua salata del mare. Qui la riserva naturale protegge un folto numero di specie animali, dai pesci agli uccelli migratori. È in questo contesto selvaggio e quasi incontaminato, un palcoscenico naturale, che hanno preso vita gli angeli colorati di Roberto Le Pera, alias Red Rebel, vele spiegate al vento adagiate una di seguito all’altra sul fondale sabbioso. A prima vista, sembrano naturali produzioni del luogo, un dono della natura all’uomo, ospite accolto se rispettoso e non invadente. Gli arbusti legnosi trascinati dal Crati fino alla foce sembrano aver preso vita in una sfilata variopinta dalle tonalità accese. Invece, tutto questo è stato possibile dall’abilità manuale dell’artista Roberto, che con le sue sapienti mani ha saputo dare forma agli elementi naturali che la spiaggia gli ha fatto trovare, semplicemente assemblandoli con l’aiuto di piccoli ferri e qualche chiodo laddove necessario. Solo materiale di scarto che prende nuova vita in un recupero completo di ciò che non serve più. Una volta montata la struttura, è bastato usare scampi di tessuto, lenzuola di cotone, tagliati a strisce per adornarle e creare sinuosi movimenti alla costante brezza marina.
Tra omaggi e atti vandalici
Il percorso artistico di Roberto Le Pera
Roberto Le Pera, da Doria, si trasferisce a Bologna negli anni Ottanta e lì si forma presso lo studio di Claudio Serrapica, testimone importante di performance di artisti quali Marina Abramovic e Ulay, Fabio Mauri, Pier Paolo Calzolari. Da assistente fotografo, diventa fotografo indipendente e in seguito decide di dedicarsi anche al disegno e alla scultura, esponendo nei numerosi centri sociali bolognesi, che negli anni Ottanta e Novanta sono il centro di scambi culturali fra artisti e teatranti. Alla fine degli anni 2000, torna in Calabria e inizia a lavorare da scultore e disegnatore, lasciando dentro di sé il sogno di raggiungere la città di San Francisco negli Stati Uniti d’America. Ma la vita nella Piana di Sibari lo soddisfa e intende continuare a dare il suo contributo da artista contemporaneo nel territorio, lasciando la sua eredità ai giovani, per dare loro un’occasione a non perdersi e a trovare la propria strada nell’arte, che riempie la vita e l’anima. Lui, dal canto suo, si mette a disposizione di coloro i quali vorranno offrirgli la possibilità di donare le sue conoscenze e la sua esperienza al servizio delle giovani generazioni volenterose che ancora credono nella forza delle mani e del lavoro incessante e fruttuoso.