Editoriale. Fusione, personale comunale e uffici: prevalga il buon senso

Corigliano Rossano – La nuova città lentamente, tra alti e bassi, tenta di prendere forma. Il processo d’altronde, non è semplice da realizzare. Tra scetticismo, conservatori, scarso approccio al cambiamento e piccoli interessi da tutelare, la macchina fa fatica a partire. D’altronde sapevamo che non sarebbe stato affatto facile. Sono questi cambiamenti e trasformazioni non solo fisiche o corporali ma soprattutto culturali: occorre cuore, anima e mente.

La base di partenza, al di là della progettualità territoriale, è l’organizzazione della macchina comunale su cui il commissario prefettizio Domenico Bagnato ha messo mano individuando tre macro aree. Per titoli conseguiti e per dirigenze previste nella dotazione organica dei comuni in estinzione, il commissario Bagnato non poteva far altro che indicare tre rossanesi ai vertici delle strutture. Tre rossanesi per il semplice fatto che l’ex ente bizantino aveva già previsto le dirigenze.

Su altri fronti invece, settore “funzionari”, lo stesso Bagnato ha tentato di compensare posizionando burocrati ausonici. Un gioco di equilibri portato avanti dalla triade commissariale al fine di non urtare, probabilmente,  le suscettibilità presenti nelle due ex città. Comprensibile tale ragionamento se contestualizzato al momento epocale iniziale che si sta vivendo. E’ pur vero, tuttavia, che tali criteri, se confermati, sono da considerare meritevoli di una approfondita attenzione non solo sul piano tecnico/valutativo ma anche e, soprattutto, culturale.

La scelte relative ai responsabili di settore non possono obbedire a logiche di territorialità, piuttosto devono rispondere a criteri meritocratici, basati sulla conoscenza, sul pragmatismo, sulla cognizione, sulle competenza, sul dinanismo, sulla nozione. Tutte componenti che non rinveniamo mediante la carta d’identità dei singoli, ossia, dalla provenienza geografica ma solo ed esclusivamente dalle capacità dell’individuo. In sostanza il “manovratore” e chi è a supporto, oggi devono far capire, principalmente ai dipendenti della macchina comunale,  che dal 22 ottobre del 2017 non esistono più Corigliano e Rossano, ma è nata la città Corigliano Rossano. Lo ha stabilito l’urna, la gente, la democrazia. Occorre quindi un atto di coraggio e di responsabilità. Piaccia o non piaccia, la città è una, è questo il leit motiv da portare avanti.

Il metodo da attuare trova riscontro nella forza buon senso. Uno dei problemi di sempre è e sarà la localizzazione degli uffici, ove mai avremo la possibilità di poterne ospitarne. Se si continua però con la logica delle divisioni il tutto si trasformerà in una tragedia, al contrario se avremo alla guida personalità dotate di “buon senso” prevarrà la ragione, ciò che si ritiene giusto negli interessi dei cittadini. L’idea prevalente è quella di individuare un’area baricentrica (Insiti) in cui collocare uffici e servizi. Siamo però tutti consapevoli dello stato di crisi in cui versa l’Italia, in assenza di fondi (?) occorrerà fare i conti con l’esistente.  Se la cittadella degli uffici non si potrà realizzare cosa faremo ? Una guerra? Le nostre coscienze lo impedirebbero. Ci sarà chi (i nostalgici) tenterà di soffiare sul fuoco, i ben pensanti dall’altra dovranno essere bravi a bypassare provocazioni e polemiche e andare dritto al sodo. Quale potrebbe essere il criterio da perseguire in un ragionamento attinente alla zonizzazione di uffici e servizi? La risposta non richiede studi scientifici o di alto management organizzativo, ma la si può rinvenire semplicemente basandosi sui criteri di economicità. Il nuovo ente, come è noto, è detentore di un vasto patrimonio immobiliare, i siti che risponderanno meglio alle esigenze della comunità saranno indicati tenendo conto di specifiche caratteristiche e logiche di risparmio del denaro pubblico. In un contesto di città unica cosa può cambiare se un ufficio viene ubicato a Corigliano o a Rossano? Nulla.

Abbiamo oggi l’obbligo morale e civile di interiorizzare noi tutti, in primis la classe dirigente del presente e del futuro, l’idea di essere cittadini di Corigliano Rossano. E’ quanto hanno sancito gli elettori!

Matteo Lauria – Direttore testata giornalistica I&C

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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