In particolare, l’uomo, attualmente separato dalla vittima, già durante il rapporto coniugale aveva tenuto un atteggiamento violento, offensivo e nel contempo morboso, tanto da impedire alla donna di uscire e di muoversi liberamente anche per accudire i suoi genitori malati. Tali atteggiamenti morbosi e violenti sono continuati anche dopo la separazione, sfociando in vere e proprie aggressioni fisiche, anche in locali pubblici, in tentativi di entrare nella casa della donna per rovistare nelle sue cose, in pedinamenti e in minacce di morte (anche sul social network Facebook) culminati infine in un tentativo di speronarla con l’auto.
La donna, infine, a seguito dell’ennesima aggressione, grazie al sostegno dei suoi figli, riusciva a trovare il coraggio di recarsi in Questura per denunciare questa serie infinita di atti persecutori che le avevano cagionato un perdurante stato di ansia e paura ed un fondato timore per la sua incolumità, costringendola a cambiare le proprie abitudini di vita, al punto da indurla a limitare le proprie uscite al fine di evitare qualsiasi contatto con il prefato.
A seguito della denuncia della donna sono partite le attività d’indagine della 3’ Sezione “Reati contro la persona, in danno dei minori e reati sessuali” della Squadra Mobile, composta da operatori della Polizia di Stato specializzati nei reati di violenza di genereche, con il costante coordinamento e impulso della locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Capo dott. Mario Spagnuolo, otteneva l’emissione dell’odierna misura coercitiva. (comunicato)