A Belcastro, piccolo centro del catanzarese noto come il “borgo delle favole”, sono stati proprio i più piccoli a scrivere una pagina reale di protesta. Sette alunni della scuola primaria, appartenente all’Istituto comprensivo “Ilaria Alpi” di Botricello, hanno deciso di incrociare le braccia durante le prove Invalsi di questa settimana: niente inglese, niente italiano, niente matematica.
A segnalare la vicenda è Ilaria, madre di uno degli alunni, che affida il suo appello a parole forti e commosse: “È un grido contro un’istituzione che ci crede figli di un dio minore e non propone pari opportunità d’istruzione. Una protesta aperta contro una pluriclasse, con soggetti DSA. Solo chi vive queste realtà sa a cosa mi riferisco. Il nostro paese è famoso per essere il borgo delle favole. Ma i protagonisti di queste favole nessuno li ascolta. Chiedo aiuto a voi, affinché la nostra voce arrivi forte e decisa quanto le nostre intenzioni.”
Alla base della protesta, il mantenimento di una pluriclasse da 18 alunni, con alunni con disturbi specifici dell’apprendimento, che – a detta dei genitori – compromette il diritto allo studio. L’Ufficio scolastico regionale e, in particolare, l’Ambito territoriale provinciale sono accusati di non aver risposto alle richieste avanzate da tempo: quella di una classe unica, capace di garantire un’offerta formativa adeguata.
I genitori ritengono che in queste condizioni sia impossibile affrontare le prove Invalsi con serenità, e sottolineano come i bambini stessi abbiano scelto di manifestare pacificamente per un’istruzione più equa. Definiscono incoerente la presenza di una pluriclasse così numerosa e denunciano la tendenza a ridurre presìdi educativi nei piccoli centri, a scapito delle future generazioni.
Pur nella ferma contestazione, le famiglie precisano che la protesta non è rivolta alla dirigente scolastica dell’Istituto né al corpo docente, a cui riconoscono impegno e dedizione.
Mentre nelle scuole italiane si affrontano i test standardizzati, a Belcastro si protesta per condizioni di partenza ineguali. Le richieste avanzate – finora ignorate – tornano ora al centro del dibattito, con una rinnovata istanza anche per il prossimo anno scolastico, nella scuola secondaria di primo grado.
Il messaggio è chiaro: le istanze della periferia non sono più disposte a restare inascoltate
redazione I&C
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