Corigliano Rossano. Rapani si lancia in avanti per non cadere indietro. Se Governo taglia fondi Enel, si dimetta

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CORIGLIANO-ROSSANO, Ho letto le dichiarazioni del senatore Rapani rispetto alla presunta rinuncia da parte di Enel di 14 milioni di euro di investimenti pubblici, a valere sul PNRR e gestiti dalla Regione Calabria, e ne resto basito. 
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La centrale Enel di Rossano
 
Un senatore del territorio, di cercare – in maniera piuttosto imbarazzante a dire il vero – di strumentalizzare questa ipotesi in virtù delle solite logiche di bottega, dovrebbe infuriarsi almeno quanto il sindaco e pretendere che Enel investa sul nostro territorio in chiave totalmente sostenibile e rispettosa delle vocazioni del territorio. 
 
A maggior ragione se a compiere questa scelta, che sarebbe scellerata ed ingiustificabile, è il nuovo management di Enel evidentemente scelto dal proprio Governo, quindi con chiare responsabilità politiche.
 
Più che una presa di posizione, dunque, sembra un “buttarsi avanti per non cadere indietro”: speriamo che non sia così, su questa vicenda e sul tribunale.
 
In quel caso si tratterebbe di una promessa non mantenuta.  In questo caso, se il nuovo management di Enel dovesse rinunciare a quasi 15 milioni di euro di finanziamento pubblico per il sito Enel di Sant’Irene o se – peggio ancora – questi fondi fossero tagliati dal Governo, le responsabilità politiche sarebbero totalmente di chi ricopre ruoli nella maggioranza, ed in questo caso Rapani dovrebbe semplicemente dimettersi piuttosto di scrivere comunicati stampa.
 
Ad ogni modo, ci si ricordi di essere parlamentari eletti in questo territorio e si difendano, insieme a tutti i rappresentanti istituzionali della città, gli interessi della comunitá. Se invece anche questa importante vicenda si vuole trasformare in una bagarre elettorale, sarà l’ennesima riprova della totale assenza di contenuti ed incapacità politica di una vecchia classe dirigente che, non potendo fare danni dentro la città, continua a farne fuori.
 
IL SINDACO FLAVIO STASI
comunicato stampa

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