Editoriale. All’una di notte del 21 giugno: pochi operatori, clima spettrale. E lo Stato? Annuncia, ma non c’è.

Sabato 21 giugno, ore 01.00. Il lungomare dell’area urbana di Rossano appare come in pieno coprifuoco. Ma non ci sono ordinanze, né restrizioni. È la realtà, cruda, che parla da sola. Uno dei locali più importanti chiuso, luci spente, pochi cittadini in giro, operatori turistici demoralizzati. In piena stagione estiva. L’impressione è quella di un’area evacuata, di una località svuotata prima ancora che potesse partire davvero. Non è solo un problema economico, è una questione di fiducia. C’è un clima di timore diffuso. Le vicende delle scorse settimane — pestaggi, risse, sparatorie, tensioni — hanno inciso sulla percezione della sicurezza. E la risposta dello Stato? A parte i due fermi e la sospensione del locale appare debole, tardiva, inadeguata. Si annunciano rinforzi delle forze dell’ordine nei prossimi giorni, ma intanto la città affonda nel silenzio. Avevo suggerito una presenza dell’Esercito. Non per militarizzare, ma per supportare. La divisa, in certi contesti, può essere una presenza rassicurante, così da garantire la continuità della movida. Un deterrente per chi cerca guai. E un incentivo per chi vorrebbe semplicemente uscire a mangiare un gelato in tranquillità. Ma la proposta è stata ignorata. Forse per superficialità, forse per rigidità burocratica. Risultato? Una cartolina amara: una delle località balneari più importanti del territorio appare oggi isolata, sfiduciata, abbandonata.

Nel frattempo, che fanno gli operatori turistici? Dopo aver investito, programmato, scommesso? Aspettano. Alcuni hanno già abbassato le saracinesche, altri resistono. Ma non si può chiedere a chi lavora sul campo di supplire all’assenza delle istituzioni. La sicurezza non può essere un’opzione a richiesta, deve essere una garanzia permanente. E il rischio, concreto, è che quest’estate possa lasciare un segno peggiore della pandemia. Perché lì almeno c’era un nemico chiaro e misure definite. Qui, invece, regna l’incertezza. E l’incertezza, per il turismo, è veleno.

Le famiglie scelgono altri lidi. I giovani restano a casa o cambiano piazza. Gli imprenditori si sentono traditi. La città perde attrattività. Eppure, bastava poco: prevenzione, visibilità, collaborazione. Invece tutto è stato lasciato al caso. Ora si promettono potenziamenti di carabinieri e polizia. Bene. Ma perché solo ora? Perché sempre dopo?

Corigliano Rossano ha bisogno di un segnale chiaro, immediato, concreto. Serve ricostruire fiducia. Rimettere al centro la vivibilità. Non servono proclami, servono decisioni. E presenza. Il lungomare non può essere lasciato a se stesso. E soprattutto non possono essere gli operatori a pagarne il prezzo.

Matteo Lauria – Direttore I&C

Una risposta

  1. Non s’era detto che da Commissariato passava a Distretto di Polizia con relativo aumento di organico.Ma questo governo(con lettera minuscola) crede di potenziare la SICUREZZA con quei decreti noti che limitano la libertà non violenta di manifestare ( fino all’arresto per chi intralcia il traffico nelle strade !!), sconsigliare il voto al referendum che pur riguardava la SICUREZZA sul lavoro,ecc.ecc.,provvedimenti di preludio al fascismo,fregandosene di adeguare il rapporto forze dell’ordine- numero degli abitanti ed altre ragioni ben note.

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