L’intricata ragnatela di “Kossa 2”: 150 braccianti agricoli coinvolti in una maxi-truffa antimafia

civile

Nell’aula bunker di Via Paglia a Catanzaro, si è svolta la prima udienza della complessa procedura pre-dibattimentale relativa all’inchiesta “Kossa 2”. La vicenda coinvolge ben 150 soggetti residenti in vari comuni della Sibaritide, tutti accusati di agire come falsi braccianti agricoli per conto della potente ‘ndrangheta, guidata dalle famiglie Abbruzzese e Forastefano. Questa organizzazione criminale, originaria di Cassano Jonio, estende la sua rete sull’intera Piana di Sibari.

Il pubblico ministero antimafia, Alessandro Riello, ritiene che questa vasta coalizione avrebbe creato un intricato sistema criminale all’interno del già complesso contesto mafioso. In particolare, i 150 indagati sono accusati di partecipare a un piano di frode mediante il quale, fingendosi braccianti agricoli, avrebbero indebitamente percepito indennità di disoccupazione e malattia dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS). Tale operazione, secondo le stime, ammonta a circa 600 mila euro. L’accusa specifica che questa frode sarebbe avvenuta in complicità con l’associazione mafiosa, contribuendo così a sostenere il suo potere.

Il prossimo capitolo di questa complessa vicenda giudiziaria è già fissato per il 2 febbraio. In tale occasione, gli indagati avranno la possibilità, tramite i loro avvocati difensori, di optare per il rito abbreviato o di affrontare il dibattimento processuale, nel caso in cui vengano rinviati a giudizio. Il procuratore Riello ha presentato la richiesta di processo per tutti gli imputati, mettendo in moto una nuova fase di questa intricata vicenda giudiziaria.

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