Lungomare non accessibile, Bosco: «Qui non c’entra la politica, ma il rispetto umano»

«Io non sarò molto bravo con le parole, e il politichese non mi appartiene, ma una cosa è certa, e lo dico apertamente: ascolto la gente e sono in mezzo alla gente». È diretto e senza giri di parole Giancarlo Bosco, consigliere comunale di opposizione a Corigliano-Rossano, che interviene pubblicamente su un tema che – a suo dire – va oltre i colori politici: l’accessibilità del nuovo lungomare di Momena, nella zona marina di Rossano.

Secondo Bosco, i lavori recentemente eseguiti sul tratto costiero non avrebbero tenuto conto delle persone con difficoltà motorie. «Non ci sono tante cose da dire quando si parla di disabili e di chi ha difficoltà a muoversi – afferma – Non ci sono voti da prendere o da strumentalizzare nei drammi delle persone più sfortunate di noi».

Le sue parole arrivano come un atto d’accusa verso l’amministrazione, che, a suo avviso, avrebbe ignorato bisogni basilari di una parte fragile della cittadinanza. «Le polemiche interessano poco – precisa – voglio semplicemente farmi portavoce di una situazione indegna, di una dimenticanza voluta o non voluta, non lo so. Ma resta il fatto che stiamo parlando di un lavoro pubblico non realizzato a misura di tutti».

Bosco sottolinea che non si tratta solo di una battaglia di principio, ma di un intervento necessario per garantire pari dignità. «Spero soltanto che chi di dovere intervenga al più presto – prosegue – perché noi su questa cosa vigileremo e se sarà necessario denunceremo».

Al centro della polemica ci sono le barriere architettoniche, ancora presenti nonostante gli interventi annunciati con entusiasmo mesi fa. Secondo quanto riportato da cittadini e segnalazioni raccolte dallo stesso consigliere, l’accesso al lungomare rimane problematico per persone in carrozzina, anziani e genitori con passeggini.

«Lavori a norma per la libertà di accesso da parte di chiunque – insiste Bosco – degni di una città normale e civile». Una frase semplice ma che racchiude una visione concreta del diritto allo spazio pubblico: non servono grandi opere, basta progettare con attenzione, ascoltare le necessità reali e agire.

Il Movimento del Territorio, di cui Bosco fa parte, chiede che vengano rivisti i progetti già approvati e realizzati, con l’integrazione di elementi fondamentali come scivoli adeguati, percorsi tattili e segnaletica comprensibile.

La richiesta è netta: l’amministrazione corregga il tiro e intervenga con tempestività. Perché, come ribadisce il consigliere, «qui non si tratta di propaganda, ma di rispetto. Di umanità».

La vicenda apre una riflessione più ampia sulle priorità della progettazione pubblica e sul ruolo della politica nel dare voce alle fragilità, senza ridurle a tema di scontro o di consenso elettorale. Bosco, in questo senso, dice di voler continuare a essere «in mezzo alla gente» per segnalare storture e sollecitare interventi.

In attesa di risposte concrete, il consigliere annuncia che vigilerà e chiederà spiegazioni nelle sedi opportune. Con un messaggio chiaro: «Non è questione di schieramenti, ma di civiltà».

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