Mobilità sanitaria, i calabresi si curano fuori regione

«Per la Calabria si registra un nuovo aumento della mobilità sanitaria passiva, con un conguaglio per gli anni indicati di circa 19 milioni di euro in più rispetto al 2013». Lo afferma Franco Pacenza, che ha partecipato alla Commissione Salute della Conferenza Stato-Regione in qualità di membro delegato in rappresentanza della Regione.
«Aumenta, quindi, il trend negativo della mobilità sanitaria calabrese. Quella odierna è stata una discussione abbastanza lunga, che si è protratta per ore e che ha visto la posizione delle diverse regioni molto articolata: le regioni del Centro-Nord, destinatarie di mobilità attiva da una parte e quelle del Sud, destinatarie di mobilità passiva, dall’altra. Il fronte delle regioni in mobilità passiva guidato dalla Regione Lazio ha ottenuto, assieme alla Calabria, una verifica per le regioni in Piano di rientro, sia per l’appropriatezza delle prestazioni che per quelle di bassa e media complessità. Ciò anche alla luce del fatto che le regioni in Piano di rientro, essendo sottoposte alla verifica dei tavoli di monitoraggio interministeriali, hanno applicato rigorosamente la spending review a partire dal 2012, mentre le regioni non in Piano di Rientro, non hanno fatto altrettanto.
Lo dimostra il fatto, per esempio – prosegue Pacenza – che in Calabria la mobilità passiva è ormai quasi alla pari tra le strutture pubbliche e quelle accreditate del centro nord. Nessuno mette in discussione la libertà del cittadino per prestazioni sanitarie di alta complessità.
Le altre prestazioni, invece, di bassa e media complessità, vanno verificate per evitare abusi e domanda indotta. Al termine della discussione odierna è stata costituita una commissione tecnica che, nella seduta di domani, avanzerà una proposta conclusiva sui criteri da mettere a base per sancire, definitivamente, i conguagli 2014 e 2015 ed inoltre, per indicare le procedure da cui far scaturire i conseguenti correttivi, a partire già dal 2016, ma soprattutto per il futuro».

Fonte: Corriere della Calabria

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