Reddito di cittadinanza, da Settembre 2023 è addio. Nel frattempo iniziano ad aumentare furti e rapine

Passeranno ormai alla storia le parole dell’allora vicepremier Luigi Di Maio e della sua iconica esultanza al termine del Consiglio dei Ministri che, dopo aver raggiunto l’accordo sul Def, affacciato dal balcone di Palazzo Chigi festeggiando con tutti gli altri ministri del Movimento 5 Stelle urlava:<< Abbiamo abolito la povertà>>.

Il tanto discusso Reddito di cittadinanza, quindi, diventerà solo un bel ricordo per qualcuno, perché da Settembre sarà ormai acqua passata o almeno, questo è quanto stabilito dalla legge di bilancio “2023 n. 197 2022”. Per alcuni nuclei familiari, da questa data, di fatto sarà impossibile percepire il sostegno economico previsto per legge. Già nel mese di Aprile il Governo Meloni aveva stretto e tagliato nelle morse della mannaia, la platea dei percettori del reddito.

Erano più di 400mila le famiglie (615 mila persone) che dal mese sopra citato non hanno più avuto la  copertura del Rdc e tutto questo non ha fatto altro che impoverire maggiormente quei nuclei familiari che beneficiavano della misura. Non c’è limite al peggio, la strettoia provocata dalla preclusione al beneficio previsto per i meno abbienti, ha probabilmente prodotto e intensificato l’aumento di episodi legati alla microcriminalità con l’incremento di furti in appartamento (dato in aumento registrato anche a Corigliano-Rossano), rapine e scippi In tanti denunciano, altri rinunciano.

Non sono quindi mancate le polemiche anche se il Governo Meloni, ha assicurato senza troppi fronzoli che :<< Si passerà a un regime transitorio, per il passaggio dal Reddito di cittadinanza e a nuove misure di sostegno come l’assegno di inclusione e il supporto alla formazione e al lavoro>>.
Dal 2018 ad oggi, la misura del RDC ha aiutato e supportato nuclei familiari in difficoltà e ceti sociali meno abbienti, garantendo un sostentamento minimo e di inclusione che ha permesso a tantissime famiglie in tutta Italia, di allontanarsi quantomeno da soglie troppo basse di reddito, ma non solo.
Diamo qualche dato: La misura si è rivelata fin da subito un ottimo strumento contro lo sfruttamento sul lavoro e il lavoro a nero. In Italia, hanno beneficiato del sostegno economico circa 1.627.268 famiglie nel periodo che va da gennaio ad agosto 2022, per un totale complessivo di 3.553.955 persone e un importo medio di circa 550 euro per famiglia, e questo è un dato di fatto che dovrebbe indurre non poche riflessioni. In questi anni, però, non sono mancate neanche le truffe e i “furbetti” del reddito. “Nel 2022 la Guardia di Finanza smascherava un truffa da 20 milioni di euro sottratti fraudolentemente allo Stato. Nell’operazione furono denunciate 9.000 persone per truffa e, in questa occasione, scattarono ben 16 custodie cautelari”.
E anche se il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo la sua riforma abbozzata lo scorso Aprile, ha dimezzato i beneficiari del Reddito, a quanto pare questo per il Governo non è bastato. Ad oggi la sensazione è quella che si voglia fare a meno di una misura che per tanti, sicuramente la maggior parte dei richiedenti, ha significato un sostegno economico importante. Sostegno economico che ha limitato le imprese e le aziende nelle manovre fraudolente sul lavoro a nero e sullo sfruttamento sul posto di lavoro, alcune volte arginando anche l’angusta pratica della ripetizione a nero dei soldi in busta paga da parte del lavoratore al datore di lavoro. Non sono mancati in questi anni gli errori e le truffe, questo è chiaro, ma eliminare totalmente e distruggere una misura che comunque entrava nella maggior parte dei casi nelle famiglie meno abbienti e con difficoltà economiche rilevanti, sembra iniquo.
La paura è quella di un aumento della criminalità organizzata, anche perché in questo ultimo periodo sono passati alla ribalta della cronaca non pochi casi di piccola e media criminalità, così come a Corigliano-Rossano, in Calabria, anche nelle altre regioni di Italia. Il rischio è quello di andare ancora una volta a colpire i ceti più deboli, emarginandoli e mettendoli nuovamente con le spalle al muro, senza dare loro possibilità alcuna di rivalsa e scalata sociale e, al sud, sappiamo bene quali siano i pericoli a cui andremo tranquillamente incontro se, per tutti questi nuclei familiari in difficoltà, non saranno trovate soluzioni appropriate e concrete, che vadano al di là di grafici e statistiche morte e sepolte.

Eugenio Forciniti

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